Ecco, Mammina mia bella, tutto quello che riesci appena a dirmi
quando mi vedi spuntare dalla porta. Non ti ricordi più il mio
nome, vero? Ma quando mi avvicino per abbracciarti e coccolarti,
nei tuoi occhi vedo tutto l’amore che non riesci più ad esprimermi
con le parole.
Vorresti alzarti per venirmi incontro e manifestarmi tutta la tua
gioia, ma purtroppo il tuo fisico, ormai così fragile e indebolito,
non te lo permette più.
Ti accompagno nel soggiorno, quasi sollevandoti, per cercare di
farti fare dei passetti senza la sedia a ruota. Mi siedo accanto a te
sul divano e ti tengo mano nella mano.
Provo, poi, a farti mangiare quel frullato di carne e pastina che
con difficoltà riesci a malapena ad ingoiare; … purtroppo mi accorgo
che talvolta non riesci a contenere quegli scatti aggressivi
che la malattia ti costringe a compiere e comunicandoti con lo
sguardo il mio grande affetto provo a calmarti e aspetto…
Ma appena tutto ciò passa, con lo stesso sguardo intenso d’amore,
mi guardi e dici flebilmente… Grazie! Ed io con immensa commozione
ti rispondo: grazie a Te, Mammina mia cara, che riesci
ancora a farmi godere della tua presenza e del tuo grande Amore
“mascherato” che cercherò di corrispondere con sempre maggiore
intensità.
Grazie ancora perché la tua malattia mi ha fatto conoscere tanta
indifferenza ed egoismo, ma anche tante persone speciali, che
sanno dare “tanto” a chi, come me, si trova ad affrontare questo
percorso difficilissimo.
Molte di queste persone le ho conosciute nell’AIMA.
Grazie Mamma.
TUA CARLA*

* Carla Cuomo, Francolise (CE), Socio sostenitore AIMA Napoli.