AIMA – Coordinamento Campania

Alzheimer, le 10 cose da non fare

L’Alzheimer è una malattia con un forte impatto emotivo e gestionale. Il Caregiver, colui che si prende cura dell’ammalato, può seguire alcune piccole regole per cercare di gestire al meglio la malattia e che possono aiutare nella quotidianità:

  1. Evitiamo di insistere nel far svolgere un’azione alla persona con l’Alzheimer, soprattutto se la vediamo agitata. In questi casi è preferibile distrarla e non stressarla ulteriormente. Bisogna evitare di chiedergli compiti che sappiamo non riuscirà a svolgere. Ricordiamoci sempre di rispettare i loro tempi!
  2. Evitiamo di comunicare con la persona ammalata alzando il tono della nostra voce, magari pensiamo che questo atteggiamento possa veicolare meglio il nostro messaggio. Non è così! Bisogna tenere presente che è necessario usare modi gentili e affettuosi.
  3. Non prendiamola sul personale se la persona ammalata ha un atteggiamento in qualche modo offensivo nei nostri confronti. Bisogna sapere che la sua agitazione è dovuta spesso alla paura e al disorientamento. In realtà gli atteggiamenti offensivi della persona ammalata non sono rivolti a noi, perché in quel momento non può riconoscerci come caregiver!
  4. Evitiamo di relazionarci a loro su un piano puramente razionale, quindi utilizzando il “puro ragionamento”, perché una persona ammalata d’Alzheimer ad un certo punto perde questa abilità. E’ meglio, quando possibile, assecondare, cercando sempre di tranquillizzare il nostro caro. Farà bene anche a noi!
  5. Evitiamo di dare sempre un significato a quello che fanno e che non ricordano, perché il cervello organizza le informazioni in modi quasi unici per ciascun individuo. Questa combinazione rende distinta la progressione per ogni paziente. Il paziente non è responsabile di questo processo e non ha la possibilità di gestirlo.
  6. Non contrastiamo le illusioni della persona ammalata perché, con il progredire della malattia, non è insolito per un malato di Alzheimer vedere qualcosa in televisione e credere che sia successo a lui. Questi si definiscono deliri e sono normalmente innocui. Ciò accade quando si perdono i confini tra fantasia e realtà. Se cerchiamo di insistere e riportare l’ammalato alla realtà corriamo il rischio di provocare in lui confusione e agitazione. Meglio aspettare che passi quel momento!
  7. Non aspettiamoci che si ricordino di un evento importante vissuto insieme. Anche i giorni più significativi, come un matrimonio o una nascita possono essere impossibili da riportare alla memoria per un malato di Alzheimer. Mostrare delle foto può essere di aiuto, ma non sempre funzionerà. L’ammalato non può controllare i propri ricordi.
  8. Evitiamo di provocare senso di inadeguatezza e frustrazione in loro sottolineando le cose che sbagliano. Hanno invece bisogno del nostro sostegno e della nostra guida, di sentirsi accolti e amati.
  9. Non speriamo che migliorerà. E’ importante acquisire la consapevolezza che l’Alzheimer è una malattia degenerativa e progressiva, per la quale non esiste al momento alcuna cura. Diminuiremo e gestiremo meglio in questo modo il nostro senso di impotenza e frustrazione. E’ molto utile per i caregiver aderire ad iniziative come i gruppi di auto e mutuo aiuto, una grande risorsa che ci aiuta a non sentirci soli.
  10. Non spostiamo gli oggetti di uso quotidiano dell’ammalato, perché potrebbero facilmente disorientarsi. E’ fondamentale dare continuità alle loro abitudini e al loro contesto di vita. Questo sarà il modo più corretto per aiutarli anche a conservare le abilità residue.

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