“Aima…amiamoci” contro l’Alzheimer
I progetti dell’Aima, l’Associazione dei malati di Alzheimer guidata da Caterina Musella
Meno farmaci e più attività riabilitativa per un approccio nuovo alla demenza
L’Aima, l’associazione italiana malati di Alzheimer ha elaborato un progetto per l’implementazione di linee guida nella cura e nell’assistenza ai malati da parte dei centri distrettuali e ospedalieri delle Asl. Il progetto che si chiama “Aima…amiamoci” è ancora nella fase sperimentale e prevede un percorso terapeutico meno medicalizzato e maggiormente incentrato sulla componente riabilitativa del trattamento. I risultati sono incoraggianti. Il personale delle Asl, insieme al personale dell’associazione di volontariato prende in carico il paziente che viene assistito a domicilio o con trasporto a carico dei centri di riabiliitazione convenzionati.
Si chiama Aima…Amiamoci il progetto sperimentale elaborato dalla sezione campana dell’Aima, Associazione italiana malati di Alzheimer, per il recupero dei pazienti affetti da demenza di Alzheimer.
“Fino a quando non avremo il conforto di terapie veramente efficaci — avverte il presidente regionale della Onlus Caterina Musella, l’approccio cognitivo e comportamentale dà risultati senza dubbio migliori rispetto all’approccio basato esclusivamente sulla terapia farmacologica”.
Finora, in Campania, sono già oltre sessanta le persone che si giovano di tale tipo di trattamento.
“Da quando siamo sorti sul territorio campano, il nostro Centro Ascolto — dice Caterina Musella – ha ricevuto circa cinquemila telefonate da parte di famiglie di persone affette da deficit cognitivo e con bisogni complessi. La nostra Associazione si articola in vari settori e ad ogni richiesta abbiamo fornito consigli, informazioni e consulenze, dando indirizzi sui vari servizi presenti sul territorio”.
Riunioni con i familiari
Riunioni con i familiari, ogni quindici giorni, la conoscenza diretta dei problemi e tanta dedizione la carta vincente dell’associazione che conta di implementare l’esperienza in un percorso con tanto di linee guida riconosciute dalla Regione e dalle Società scientifiche.
Gruppi d’auto-aiuto sulla scorta di un’esperienza già condotta dall’Aima nazionale viene attuata grazie alla collaborazione dell’assessorato alla Sanità e della Regione Piemonte e di una Commissione specifica del Lussemburgo Anche lì il programma riabilitativo sta dando ottimi risultati.
“Rispetto al bisogno — continua Caterina Musella – abbiamo avuto modo di costatare che l’assistenza più richiesta è quella domiciliare, seguita da quella diurna, e per ultima quella relativa al ricovero cui si ricorre solo in caso d’assoluta necessità. Pertanto, ci siamo resi conto della necessità di una progettazione di percorsi riabilitativi, per il mantenimento delle attività del vivere quotidiano in pazienti di grado lieve e moderato, che aiuti a rallentare il decorso della malattia” L’obiettivo è migliorare la qualità di vita del paziente e della famiglia attraverso metodiche specifiche e con personale adeguatamente aggiornato, per poi accompagnare la persona e la sua famiglia nei percorsi successivi con ulteriori interventi adeguati ai vari stadi della malattia.
Le tecniche di riabilitazione
Le tecniche di riabilitazione sono basate su schemi sviluppati negli ultimi anni, dato il grande interesse per la malattia d’Alzheimer. Molte di esse sono adattamenti di tecniche già usate in altre patologie, altre invece sono state create specificamente per questo tipo di patologia.
Tra le Tecniche di Riabilitazione più conosciute la psicoterapia, la terapia psicomotoria, la terapia comportamentale, la terapia di rimotivazione e risocializzazione, la rotvalidation therapy, la stimolazione della memoria, le procedure di stimolazione cognitiva, anche se non per tutte esistono studi controllati che ne provino l’efficacia.
La formazione
Un corso di formazione regionale per operatori domiciliari e dei servizi territoriali, con specifiche competenze per la cura e l’assistenza alle persone affette da demenza d’Alzheimer e sindromi correlate, è già partito nei mesi scorsi così come altri corsi specifici per l’aggiornamento di operatori del settore quali ad esempio il corso d’aggiornamento sugli aspetti riabilitativi e sociosanitari del paziente colpito dal Morbo d’Alzheimer svoltosi presso il centro Crn. sotto l’egida della Ludes Università, al quale sono intervenuti esperti del settore anche di altre Regioni.
La riabilitazione
Da alcuni mesi l’Aima ha avviato un Progetto insieme al centro Crn che ha messo a disposizione i locali, un mezzo di trasporto ed un’area specifica per gli associati Aima con l’assistenza di un nucleo di valutazione neuro-psicofunzionale e riabilitativo dei pazienti affetti da morbo d’Alzheimer.
Il progetto prevede l’inserimento di persone con diagnosi di deficit cognitivo in fase lieve moderata, all’interno di un percorso riabilitativo specifico a piccoli gruppi per due tre ore con frequenza giornaliera o trisettimanale in base alle esigenze espresse dalla famiglia.
Coinvolti il medico di medicina generale, il neurologo, il geriatra, lo psicologo, il terapista della riabilitazione, il terapista occupazione e le altre figure tecniche della riabilitazione a vario titolo coinvolte.
Vi è infine la presenza di un operatore domiciliare e dei servizi territoriali.
Fonte: http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=266571&KeyW=, 19 Gennaio 2002