Convivere con l’Alzheimer; ovvero come viene sconvolta la
vita di una normale e tranquilla famiglia
Alzheimer per molti è solo una malattia di cui ogni tanto e,
aggiungerei troppo raramente, si parla, ma se non convivi con
questa patologia non puoi comprendere come possa cambiare la
tua vita.
Per esplicitare ciò che voglio dire vi racconto la storia di mio
padre Giovanni.
Giovanni era un uomo generoso, estroverso, disposto ad aiutare il
prossimo ed a risolvere rapidamente i problemi che quotidianamente
si presentano in una famiglia. Quest’uomo che, per buona
parte della mia vita, ha rappresentato un esempio di persona
eccezionale e da imitare, ha cominciato a soffrire di Alzheimer
circa tredici anni fa quando ancora lavorava ed era titolare di una
ditta di ascensori. Inizialmente ha manifestato segni di amnesia
dapprima attribuiti allo stress poi, dopo la morte di mia madre,
alla depressione e soltanto cinque anni fa alla malattia di
Alzheimer. Fatto sta che la ditta è stata chiusa ed i debiti, accumulati
a causa del deficit cognitivo di mio padre, sono stati pagati
con la vendita di alcune proprietà con notevole danno economico
a carico della famiglia. Sanata la parte economica, ho iniziato a
convivere con una persona che è completamente diversa rispetto a
quella che ho conosciuto ed amato per tanti anni. Non mi parla,
non ha contatto con la realtà che lo circonda, ha lo sguardo spento
e il black-out verificatosi nel suo cervello gli impedisce di percepire
il caldo, il freddo, gli stimoli del proprio corpo, il passare del
tempo, l’alternarsi delle stagioni, del dì e della notte, il sapore dei
cibi e tutto ciò che caratterizza la giornata di una persona normale.
Non è più capace di vestirsi, mangia di tutto e vorrebbe solo
uscire camminare per andare non si sa bene dove e a fare cosa
non rendendosi conto di non saper ritornare a casa. La mia vita è
ovviamente cambiata: papà non va perso di vista un attimo, faccio
i turni con mio marito ed una domestica per incastrare il lavoro
ed i figli con le loro esigenze. Vivo con il lucchetto al frigorifero
ed ai detersivi, l’allarme sulla porta d’ingresso e la biancheria
sporca sigillata per evitare che papà la dissemini nell’intera casa.
Le vacanze! Ma che dico! Anche una visita medica diventa un problema
sia per il malato di Alzheimer che per un suo familiare!
Ma, al di là di questi che sono solo alcuni esempi tratti dal quotidiano,
rimane sempre l’immensa tristezza per ritrovarsi a convivere
con una persona completamente diversa da quella conosciuta
anni prima.
PATRIZIA NICOLAIS*
* Patrizia Nicolais, Napoli, Socio AIMA Napoli.