AIMA – Coordinamento Campania

Racconti ed esperienze

A mia zia

A mia zia

Seduta di fronte a te accanto al caminetto,
Cerco, disperatamente,una scintilla di vita
Nei tuoi occhi che fissano il vuoto.
Le fiammelle sembrano danzare nel tuo
Sguardo chiaro e mi illudo di interpretare
Un significato recondito nelle tue parole sconnesse.
Mi avvicino, stringo le tue nelle mie mani,
Non mi respingi,sembra,anzi,che tu mi riconosca,
Poi, d’un trattto, dici”sei bella!”
Mio dio! Sei capace di leggere il dolore nel
Mio cuore o mi rivedi con addosso quel vestito
Arancione che mi regalasti quando avevo 20 anni?
Non riesco a trattenere le lacrime…
Come puo’ il mondo accettare il tuo lento declino
Senza far nulla per te?
Non posso dimenticare quanto mi amassi e
Con quanta gioia mi rispondessi al telefono,zia cara!
Ora sei troppo lontana….,

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Le Famiglie dell’ASL di Benevento e il Progetto AIMA… AMIAMOCI

Le Famiglie dell’ASL di Benevento e il Progetto AIMA…
AMIAMOCI

Non sono un familiare ma un operatore che ha condiviso l’esperienza
di molte famiglie in un percorso pionieristico e di sofferenza
e mi sembrava doveroso portare la testimonianza di quanti
oggi non hanno la possibilità di raccontarsi in prima persona.
La mia esperienza con le persone affette da Malattia di Alzheimer
è iniziata, in accordo con il Coordinatore dell’Area Anziani, Gennaro
Maio, in un piccolo Distretto dell’Asl di Benevento alla fine
degli anni novanta dall’avvio del Progetto Cronos nell’ambito di
alcune attività di gruppo con i pazienti ed i loro familiari.
In un primo momento i pazienti, coinvolti con cadenza bisettimanale,

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La mia vita scorreva serenamente…

La mia vita scorreva serenamente…

La mia vita scorreva serenamente …si avvicinava il traguardo
finale per la mia vita lavorativa, la pensione, e con mio marito
avavamo abbozzato dei progetti per viaggiare un po’… Finalmente
ci saremmo concessi un po’ di svago per noi due soltanto.
Una vita normale fino a quando mio marito non cominciò a
cambiare, da subito si è trasformato in modo molto evidente
dalla persona ricca di iniziative, di impegni ed eneia stava diventando
sempre più stanco, silenzioso, apatico. Il più grande campanello
d’allarme è stata la sua perdita improvvisa di peso e la
difficoltà a trovare gli oggetti in casa.
Il medico ed il neurologo che consultammo mi rassicurarono che
si trattava di una forma di depressione dovuta al sovraffaticamento.
Allora, sette anni fa avevo sentito parlare di Alzheimer

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